La storia della Puglia in 100 luoghi memorabili by Stefania Mola

La storia della Puglia in 100 luoghi memorabili by Stefania Mola

autore:Stefania Mola [Mola, Stefania]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2018-10-28T16:00:00+00:00


52. Manfredonia (fg). Il sogno di un re

«Biondo era e bello e di gentile aspetto, / ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso», si dice di lui – tratteggiandone efficacemente una sintetica descrizione – nella Divina Commedia. Si tratta di Manfredi di Svevia, nato nel 1232 da Federico ii e da Bianca Lancia, principe amabile e affascinante, politico accorto, cavaliere colto, soldato ardimentoso, vittima di una morte prematura nel 1266 nella battaglia di Benevento, dove la sconfitta da parte di Carlo d’Angiò lo consegnò al mito. La sua ombra, in Puglia, è legata a Manfredonia, città che porta il suo nome insieme all’eredità dell’antica Siponto, dalla quale nel 1263 gli abitanti ebbero l’ordine di trasferirsi definitivamente in quanto luogo ormai insalubre. «Re Manfredo fo’ a Siponto, e disegnaie de levare la Tetra da chillo male aiero, de metterella dove sta mo’, e chiammarela de lo nome suio Manfredonia», racconta Matteo Spinelli da Giovinazzo nei suoi Diurnali, aggiungendo che si rese necessaria e di buon auspicio (come già era accaduto per suo padre Federico) la consultazione di maghi e astrologi, appositamente chiamati dalla Sicilia prima di posare la prima pietra, dopodiché «re Manfredo fuie mperzona à desegnare lo pedamiento de le mura et a squadrare le strate» della neonata città, dove lavoravano allo scopo «chiù de setteciento huommene», costantemente seguiti dal re, che delegò al coordinamento e alla sorveglianza del tutto lo zio materno Manfredi Maletta.

Siponto, la straordinaria e antica “Ravenna del Sud”, era stata ormai divorata dalle paludi, non aveva un porto che non fosse suburbano (peraltro progressivamente interratosi per i cambiamenti della linea di costa intercorsi lungo tutto il xiii secolo e realizzato ex novo a breve distanza) e si mostrava totalmente vulnerabile di fronte a qualsiasi pericolo esterno. Stremata da terremoti recenti, devastata dalle incursioni saracene, caduta e poi ricostruita più nelle forme rurali di casale che in quelle di civitas, era ridotta all’ombra di se stessa, con gli abitanti concentrati soprattutto nella zona del porto arrangiati alla meglio e la malaria in agguato. Manfredi, re di Sicilia dopo la morte del padre, decise il trasferimento di uomini e cose a qualche chilometro di distanza, sognando un avamposto d’eccellenza per il regno ereditato da Federico insieme a un presidio territoriale in posizione strategica anche nei rapporti con l’Oriente bizantino.

La nascita di Manfredonia è il punto di partenza per la breve attività di Manfredi, incoronato nel 1263, sposo di Elena d’Epiro e desideroso di rinsaldare il legame con una terra già prescelta da Diomede e così amata dal suo augusto padre. Una fondazione che è dunque un atto politico vero e proprio ma anche una scelta economica, visto che il porto franco di Manfredonia divenne il secondo dopo Brindisi per importanza e ruolo nella circolazione di uomini e merci.

Alcune formule di esenzione fiscale mirarono a incoraggiare il popolamento, che raccolse flussi provenienti non solo dalla esangue Siponto. Una tradizione legata alla fondazione racconta che Manfredi, ultimati fortificazioni e baluardi, diede ordine di costruire una campana dalla risonanza così



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